Stagione 2023-2024

Il piacere della scoperta

Fra i nostri doveri c’è indubbiamente l’impegno all’esecuzione delle partiture che sono i fondamenti del repertorio, in modo che tutti, dai più piccoli ai più anziani, possano nutrirsi di quella bellezza. Limitarsi a ripercorrere queste musiche amatissime potrebbe tuttavia sortire come effetto l’omissione di un altro compito, non meno importante.

Esso consiste nell’accendere la curiosità del pubblico verso autori meno frequentati o composizioni meno note, ma che è giusto offrire all’ascolto perché rivelano meraviglie. In sala da concerto, così come nei teatri d’opera, si dovrebbe invitare il pubblico a conoscere e non solo a riconoscere ciò che già ama. Altrimenti sarebbe come andare in libreria a comprare sempre lo stesso libro, cosa che notoriamente non succede.

Questa Stagione della Camerata, come accade da un quarto di secolo, cerca di mantenere fede a entrambe le vocazioni, mettendo però un particolare accento proprio sul «piacere della scoperta», così come l’indimenticabile Piero Angela ha insegnato a tante generazioni di italiani.

I concerti iniziano alle ore 21.
Le informazioni su biglietti e abbonamenti.

dante 700

Venerdì 6 ottobre

Coproduzione Orchestra La Filhamonie e Camerata strumentale di Prato

direttore Nima Kesharvazi

Concorso di composizione sinfonica «Dante 700 – La dolce sinfonia di Paradiso», II edizione, 2023

Concerto di premiazione

Esecuzione delle partiture finaliste e proclamazione del vincitore

Con l’esecuzione delle tre partiture selezionate per la finale, la seconda Edizione del Concorso «Dante 700 – La dolce sinfonia di Paradiso», giunge al suo compimento e all’assegnazione del Premio. Tanti compositori da ogni continente hanno risposto all’invito ad ispirarsi alla Commedia e in particolare al Canto XI del Paradiso, nel quale Dante affida all’autorità di San Tommaso d’Aquino il compito di tessere l’elogio di San Francesco d’Assisi. È una delle pagine più alte di tutto il Poema sacro, centrata sul mistico matrimonio di Francesco e la Povertà, già sposa di Cristo, da tutti negletta. I tre compositori che la Giuria internazionale ha prescelto sono Francesco Darmanin, Ruggero Laganà e Michał Ziółkowski, autori di tre partiture di grande qualità. All’esecuzione del lavoro di Ruggero Laganà, Laudante – Il canto di Francesco, partecipa il baritono Mauro Borgioni, formidabile protagonista di Noye’s Fludde e del recentissimo The Song of the Ladder, le due produzioni della Camerata strumentale che meglio incarnano la missione sociale dell’Orchestra.

Il pubblico del concerto è invitato ad assegnare un riconoscimento alla partitura che raccoglierà maggiori consensi.

Giovedì 9 novembre, Teatro Politeama Pratese
Concerto inaugurale
direttore e violino Antje Weithaas

Beethoven: Coriolano, Ouverture op. 62
Mendelssohn: Concerto in mi minore op. 64 per violino e orchestra
Mozart: Sinfonia n. 40 in sol minore K. 550

Aggiornamento del 24 novembre

Il concerto di giovedì 9, rimandato a a causa dell’ordinanza del Sindaco n. 2902 dell’8 novembre, sarà recuperato mercoledì 13 marzo 2024 alle ore 21, sempre al Teatro Politeama.

Gli abbonamenti e i biglietti emessi per il 9/11 sono validi automaticamente per il 13/3. Chi è in possesso di un biglietto e non potrà essere presente nella nuova data può chiedere entro il 31/12 il cambio con un altro concerto o il rimborso. Per i biglietti acquistati al Teatro Politeama rivolgersi alla biglietteria allo 0574 603758 oppure a biglietteria@politeamapratese.it; per quelli acquistati su Ticketone seguire la procedura indicata su www.rimborso.info

Yakov Zats

Giovedì 30 novembre, Teatro Politeama Pratese
direttore e viola Yakov Zats

Hindemith: Trauermusik, per viola e orchestra d’archi
Schnittke: Monolog, per viola e orchestra d’archi
Porter: Ukrainian Suite
Reger: Suite in sol minore, versione per viola e orchestra d’archi di Victor Poltoratsky
Grieg: Dai tempi di Holberg, Suite in stile antico op. 40

L’impaginazione di questo concerto esprime eloquentemente l’invito di questa Stagione al «piacere della scoperta». La viola, così poco considerata come strumento solistico, è qui protagonista con uno strumentista fuoriclasse, Yakov Zats, che il pubblico della Camerata ha già applaudito in diverse occasioni. Per questo programma Zats si assume anche la responsabilità della guida dell’orchestra, in un itinerario musicale che ha anche il valore di testimonianza. Intorno a una partitura costruita esclusivamente su temi popolari ucraini, la Suite composta nel 1925 dall’americano Quincy Porter è un omaggio solidale a chi soffre in questi giorni i disastri della guerra. Per questo motivo è affiancata all’intensa elegia di Hindemith per viola e archi, che culmina nel commovente corale «Davanti al tuo trono io mi presento», la medesima melodia con cui Bach si congedò da questo mondo. Altrettanto carica di significato è la scelta del Monolog di Alfred Schnittke, uno dei più importanti protagonisti della musica del secondo Novecento, ebreo russo perseguitato dalla censura sovietica. Due vivaci e affettuose rivisitazioni della civiltà strumentale settecentesca, le Suites composte nel tardo Ottocento da Max Reger e Edvard Grieg completano il programma con un’affermazione di fiducia nell’energia positiva della musica.

Giovedì 14 dicembre, Teatro Politeama Pratese
direttore e violino Suyeon Kang

Bach: Preludio BWV 853, Fuga in mi bemolle maggiore BWV 876 dal Clavicembalo ben temperato, I e II volume
trascrizioni per orchestra d’archi di Andrea Perugi
Beethoven: Quartetto in do diesis minore op. 131, versione per orchestra d’archi

Il Quartetto op. 131 è uno dei capolavori estremi di Beethoven, capace di trascendere ogni esperienza musicale del suo tempo con visionarietà profetica e incredibile audacia d’invenzione. Affidarne l’esecuzione a un’intera orchestra d’archi è scelta certamente discutibile e pericolosamente insidiosa. Eppure questa avventura che sfida le capacità d’ogni singolo strumentista vale la pena d’essere affrontata, come ha dimostrato Leonard Bernstein in una delle sue interpretazioni più travolgenti. L’amplificazione sinfonica rende giustizia alla potenza del pensiero di Beethoven, troppo intenso per essere costretto nelle anguste proporzioni sonore cameristiche di quattro strumenti.

Ci è parso opportuno far precedere l’esecuzione del Quartetto, frutto del dialogo costante che Beethoven ebbe nei suoi ultimi anni con la musica di Bach, dalle trascrizioni per orchestra d’archi di due pagine dal Clavicembalo ben temperato, realizzate da Andrea Perugi, rinomato musicista pratese, autorevole interprete della musica barocca e appassionato cultore dell’opera di Bach. Alla magnifica violinista Sueyon Kang va il compito di guidare la Camerata nell’ambiziosa scalata alla vertigine di queste vette musicali.

Giovedì 18 gennaio, Teatro Politeama Pratese
direttore Filippo Maria Bressan

Dittersdorf: Sinfonie dalle Metamorfosi di Ovidio
La metamorfosi d’Atteone in cervo
La liberazione d’Andromeda da parte di Perseo
Rameau: Les Indes Galantes, Suite da concerto

Un’altra opportunità per scoprire splendida musica ma ingiustamente trascurata. Protagonista del programma è il Settecento, col confronto fra il massimo compositore e teorico francese di quel secolo, Jean-Philippe Rameau, e il viennese, contemporaneo di Mozart, Carl Ditters von Dittersdorf.

Filippo Maria Bressan, con l’autorevolezza stilistica da anni familiare al pubblico della Camerata, dirige la Suite di danze e inserti sinfonici da un’opera che schiuse al teatro musicale argomenti cari all’Illuminismo, ma ancora di viva attualità. Les Indes galantes raffigura in quattro quadri civiltà lontane dalla cultura europea, cercando di coglierne il fascino e la grandezza, minacciate dall’iniqua violenza con cui il colonialismo le ha sfruttate se non addirittura annientate. È il caso degli Incas del Perù, messi a confronto con gli indiani dell’America del Nord o con i Turchi o i Persiani. Raffigurando questi mondi fantastici e fiabeschi, Rameau ha utilizzato l’orchestra con fantasia suprema, facendosi inventore di meravigliose soluzioni timbriche.

Le Sinfonie che Dittersdorf compose nel 1781 ispirandosi ai miti cantati da Ovidio nelle Metamorfosi sono tra i più nobili esempi di musica intesa a illustrare una materia letteraria. Dalla prima delle due partiture in programma Beethoven prese più d’uno spunto per la sua celebre Sinfonia Pastorale.

Hugo Ticciati

Giovedì 22 febbraio, Teatro Politeama Pratese
direttore e violino Hugo Ticciati

Bach: Ciaccona dalla Cantata BWV 150
Tabakova: The Patience of Trees, per violino, archi e percussione
Brahms: Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98

Hugo Ticciati prosegue con questo appuntamento il suo itinerario intorno alle Sinfonie di Brahms, capisaldi del repertorio sinfonico, ponendole in dialogo con la musica del nostro tempo. La Quarta Sinfonia, approdo finale della musica orchestrale di Brahms si confronta qui con un lavoro composto nel 2021 da Dobrinka Tabakova, compositrice bulgara formatasi e residente nel Regno Unito. «La pazienza degli alberi» è un atto d’amore verso la natura ritratta nei suoi quattro elementi, terra, acqua, fuoco aria. Composta su commissione di Hugo Ticciati, questa partitura affascinante esalta le qualità espressive e tecniche del geniale violinista con cui la Camerata ha stretto un progetto di collaborazione pluriennale.

Per aprire il concerto, sarà proposta la Ciaccona che chiude la prima cantata composta da Bach nel 1706, «Nach dir, Herr, verlanget mich» BWV 150. Proprio da questo lavoro con cui Bach fece il suo esordio nella musica da chiesa, Brahms trasse il basso che fa da fondamento all’ultimo tempo della Quarta Sinfonia, concepito anch’esso nella forma di una grandiosa Ciaccona come mirabile omaggio al Padre fondatore della civiltà musicale tedesca ed europea.

Mercoledì 13 marzo, Teatro Politeama Pratese
Recupero concerto inaugurale
direttore e violino Antje Weithaas

Beethoven: Coriolano, Ouverture op. 62
Mendelssohn: Concerto in mi minore op. 64 per violino e orchestra
Mozart: Sinfonia n. 40 in sol minore K. 550

Recuperiamo il concerto che avrebbe dovuto inaugurare la Stagione sinfonica della Camerata, annullato a seguito dell’alluvione. Il programma è affidato a un’artista illustre, Antje Weithaas, nel duplice ruolo di violino solista e direttrice. Formatasi alla prestigiosa Musikhochschule «Hanns Eisler» di Berlino, Antje Weithaas a poco più di vent’anni si aggiudicò il primo premio al Concorso Internazionale «Johann Sebastian Bach» di Lipsia e al «Joseph Joachim» di Hannover. Da allora si è esibita con le orchestre più importanti d’Europa e d’America, collaborando con direttori d’orchestra di fama internazionale. Per dieci anni è stata direttore musicale di un’altra Camerata, quella di Berna, con la quale ha registrato numerosi dischi nei quali figura come solista e direttrice al tempo stesso.

Il programma affidato a Weithaas include tre partiture fra le più celebri del repertorio. Incorniciato dai capolavori di Beethoven e Mozart, il luminoso e amatissimo Concerto in mi minore op. 64 di Mendelssohn torna dopo tanti anni ad essere offerto all’ascolto del pubblico pratese dalle mani di un’interprete di valore assoluto.

 Simone Ori

Lunedì 25 e martedì 26 marzo
Chiesa di San’Agostino
direttore Simone Ori
Lucia Napoli
 mezzosoprano

Johann Christoph Bach: Lamento
Puccini: Crisantemi
D. Scarlatti: Salve Regina 
Vivaldi: Sinfonia «al Santo Sepolcro» R. 169
Bach: Cantata «Vergnügte Ruh’, beliebte Seelenlust» BWV 170 

Anche nel 2024 il tradizionale concerto spirituale che fa da preludio alla Settimana Santa e alla Pasqua si svolgerà nella Chiesa di Sant’Agostino e avrà come protagonista Simone Ori, maestro pratese, e la voce preziosa del mezzosoprano Lucia Napoli, interprete eletta del repertorio barocco. Due gioielli scaturiti da quell’epoca di altissima civiltà musicale sono posti a confronto. Il canto intimo e affettuoso del Salve Regina di Domenico Scarlatti si specchia nella meditazione religiosa di una delle più toccanti Cantate di Bach, «Vergnügte Ruh, beliebte Seelenlust» («Beato riposo, piacere amato dell’anima») BWV 170, composta nel 1726. La Sinfonia «Al Santo Sepolcro» di Vivaldi fa da raccordo strumentale fra i capolavori vocali dei due compositori coetanei. 

A un altro Bach è conferito l’incarico di aprire il programma, Johann Christoph (1642-1703), cugino di secondo grado e prozio di Johann Sebastian. A lui si deve questa breve e intensa pagina che intona un frammento delle Lamentazioni di Geremia con ispirazione altissima. Con voluto contrasto, quel canto seicentesco è seguito da una commossa pagina strumentale di Giacomo Puccini, Crisantemi. Lo shock stilistico è in realtà assai meno violento di quanto si possa immaginare. L’elegia pucciniana è infatti un lamento composto di getto alla notizia della precoce scomparsa di Amedeo di Savoia, Duca d’Aosta, fratello del Re d’Italia Umberto I. Solo tre anni dopo, questa musica servirà a Puccini per rappresentare la desolata scena finale di Manon Lescaut, il deserto americano in cui si spenge la protagonista. Crisantemi è l’omaggio della Camerata al compositore lucchese nel primo Centenario dalla sua morte.

Mercoledì 17 e giovedì 18 aprile
Chiesa di San Domenico
direttore Jonathan Webb
Mark Milhofer tenore
Coro di voci bianche della Scuola di Musica «G. Verdi»
Coro Euphonios
Coro «Città di Prato»
Archi e percussioni della Scuola di Musica «G. Verdi»
Camerata strumentale di Prato

Britten: Saint Nicolas, Cantata op. 42

Da molti anni la Camerata ha eletto Benjamin Britten a suo santo protettore. L’esperienza dell’Arca di Noè ha guidato, come una stella polare, le nostre scelte e il nostro modo di interpretare il ruolo centrale di un’Orchestra come luogo d’incontro della Comunità e strumento di partecipazione. The Song of the Ladder, l’Opera commissionata a John Barber per celebrare i venticinque anni di vita della Camerata, è nata dalla lezione di Britten. La Cantata Saint Nicolas, composta nel 1948 dal musicista britannico per l’anniversario di una Scuola, è il suo primo lavoro in cui studenti, musicisti amatoriali e musicisti professionisti sono chiamati a dar vita a un grande affresco musicale animati da un medesimo senso di responsabilità e dalla gioia condivisa di far musica insieme, ciascuno secondo le proprie abilità. La scelta di collocare l’esecuzione di Saint Nicolas nella Chiesa di San Domenico sottolinea il valore comunitario di questa proposta, in uno spirito di continuità con la missione a cui la Camerata è stata fedele fin dal primo giorno della sua esistenza e che ha trasformato Prato in un Laboratorio della Musica inteso come strumento di crescita sociale, accessibile a tutti.

Beatrice De Maria

Giovedì 9 maggio, Teatro Politeama Pratese
direttore Jonathan Webb
Beatrice De Maria pianoforte

Busoni:Berceuse élégiaque
Grieg: Concerto in la minore op. 16 per pianoforte e orchestra
Sibelius: Sinfonia n. 5 in mi bemolle maggiore op. 82

Il concerto conclusivo della Stagione si apre con un omaggio a un altro grande musicista toscano scomparso un secolo fa, Ferruccio Busoni. Egli fu un visionario nel rinnovamento musicale del Novecento che ebbe per patria il mondo. Oggi lo si ricorda soprattutto come sommo pianista e autore di meravigliose trascrizioni della musica di Bach, lavori che ebbero un’importanza capitale nella divulgazione di quell’imprescindibile eredità musicale. Compositore mosso da un instancabile spirito di sperimentazione, Busoni fu anche filosofo della musica e in questo ruolo fu una delle grandi coscienze critiche del Novecento. La tenerissima Berceuse élégiaque, composta in memoria della madre, è uno dei capolavori di questo grande creatore, tenuta a battesimo da Gustav Mahler a New York nel suo ultimo concerto come direttore d’orchestra, pochi mesi prima della morte.

Con questo concerto Jonathan Webb aggiunge un altro capitolo al progetto d’esecuzione di tutte le Sinfonie di Sibelius, guidando la Camerata alla conquista di uno dei lavori più amati e importanti del compositore finlandese, la Quinta Sinfonia. Sottoposta a ben due revisioni dopo la prima esecuzione del 1915, la partitura è il frutto di un severo lavoro di autocritica e di ricerca nel rinnovamento della forma musicale, sintetizzato meravigliosamente in una metafora creata dal compositore stesso: «È come se Dio avesse fatto cadere dei pezzi di mosaico dal pavimento del suo palazzo celeste e mi avesse chiesto di ricostruirlo».

Un altro grande scandinavo, Edvard Grieg, è rappresentato in questo ultimo programma della Stagione da una delle sue pagine più popolari e da sempre nel cuore degli appassionati di musica, il Concerto in la minore per pianoforte e orchestra. La freschezza di questo capolavoro si addice perfettamente alla fisionomia artistica e alla grazia della giovane interprete chiamata ad eseguirlo, Beatrice De Maria, figlia d’arte e da sempre appartenente alla grande famiglia della Camerata, che ora l’accoglie nella sua Stagione, a braccia aperte.